Secondo Spencer Soper di Bloomberg, il primo grosso cambiamento nel team retail di Amazon avvenne nel 2015, quando “il valore dei prodotti venduti sul marketplace aveva superato quelli venduti dal team retail. Questo team, che ha molti più dipendenti, ha visto la sua importanza svanire e il budget concentrarsi su progetti come Amazon Web Services e Alexa. Non ha aiutato nemmeno il fatto che il marketplace ha generato il doppio margine operativo di profitto rispetto al business retail.”
È interessante vedere Amazon riorganizzare la sua più storica parte di business, quella delle origini. Il gruppo retail è stato unito al marketiplace. Gli algoritmi stanno rimpiazzando i Vendor Manager. Questi cambiamenti stanno preannunciando l’inevitabile scomparsa del retail business, conosciuto anche come first-party, all’interno di Amazon.
È risaputo che a dare potere all’esperienza d’acquisto su Amazon ci sono sempre state due strategie in competizione fra loro: retail e marketplace. Una concentrata sull’avere i migliori deal e termini di contratto per i Vendor, l’altra sul permettere ai Seller di avere successo. La parte retail era in possesso di strumenti e servizi non disponibili ai Seller del marketplace.
Ma nel corso degli ultimi anni questi vantaggi hanno iniziato a sparire, mentre il marketplace otteneva gli stessi per sé.
Amazon ha affrontato questi cambiamenti perché il marketplace sta crescendo più rapidamente rispetto alle sue stesse vendite, ha meno rischi di inventario e porta più profitti. L’azienda è sostanzialmente cambiata negli ultimi due decenni: inizialmente con riluttanza da parte dei maggiori brand, che ora invece non hanno scelta se non vendere sulla piattaforma, spesso come Seller e non come Vendor.
Si potrebbe obiettare che l’unica ragione per cui il retail su Amazon esiste ancora è che molti brand vogliono ancora vendere all’ingrosso. Alcuni grandi brand infatti si sentono più a loro agio con la vendita all’ingrosso. Al di là di questo, non c’è niente che i Vendor Manager fanno meglio dei Seller sul marketplace. Alla fine è tutta una questione di prevedere la domanda, caricare i prodotti online e gestire l’inventario.
Ma per quanto ancora Amazon continuerà a portare avanti il suo retail business? Nel 2020 il marketplace compirà 20 anni, il retal esisterà ancora quando ne compirà 30?
Il focus che Amazon metteva sul retail si è spostato su altre aree, come la costruzione di suoi propri brand. Cosa che lo mette in una posizione complicata, gestendo il sito ecommerce più visitato d’America, dove vende prodotti all’ingrosso, prodotti propri e prodotti di venditori terze parti.
Ogni parte di Amazon, dopotutto, è stata costruita con un’architettura service-oriented, e Amazon sta usando questa architettura per portare successivamente ogni singolo pezzo dell’azienda in una piattaforma separata, e in seguito aprirlo alla concorrenza esterna. Il retail business non si adatta a questa vision.
È già sbagliato chiamare Amazon un retail perché fa molto di più. Non smetterà di esserlo, ma il suo futuro è nel costruire piattaforme. Che finalmente, dopo due decenni in rosso, portano ora profitti.
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